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Utilità di un trattamento riabilitativo. Cosa fare e quando

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“Mio figlio è dislessico. La diagnosi è recente e io e mio marito non sappiamo come muoverci. Ci siamo informati e abbiamo letto che c’è chi suggerisce di procedere con gli strumenti compensativi e dispensativi e chi invece promuove l’utilità e l’efficacia dei trattamenti riabilitativi."

Optando poi per l’intervento riabilitativo si pone non solo il problema di quale tipo di trattamento effettuare ma anche di definirne le modalità e la frequenza.

La maggior parte dei genitori che mi contattano nella quotidianità sono molto disorientati, perché spesso non vengono fornite loro tutte le informazioni necessarie per poter prendere decisioni razionali per il benessere dei figli.

In base alla specializzazione che ho conseguito è facilmente deducibile che, personalmente, credo molto nell’efficacia degli interventi riabilitativi, purché siano fatti con estremo rigore, e che siano progettati in base al profilo di funzionamento del bambino/ragazzo ed al suo livello di scolarità. Parallelamente ritengo assolutamente necessario il ricorso alle misure dispensative, almeno da alcune prestazioni non essenziali per la qualità dei concetti da apprendere, al fine di ottimizzare al meglio le risorse disponibili. Le riflessioni variano in base non solo al tipo di apprendimento compromesso ma, come detto precedentemente, anche in relazione all’età ed al livello di scolarità. Esistono infatti delle finestre evolutive specifiche per ogni tipo di funzione, entro cui è possibile apportare delle modifiche perché è ancora presente una plasticità cerebrale, tale per cui il cervello è in grado di modificare la sua attività in base agli stimoli che riceve.

Nel caso in cui la compromissione riguardi l’apprendimento della lettura, se la diagnosi viene fatta alla scuola elementare, è possibile ottenere risultati significativi proponendo trattamenti volti all’accelerazione della rapidità e al potenziamento del lessico ortografico tramite tachistoscopio (vedi articolo dedicato), poiché siamo ancora in una fase di plasticità. Dal momento che si tratta di una sorta di “allenamento”, perché possa essere efficace, il trattamento deve prevedere dei cicli con una frequenza e una durata non inferiori a due sedute settimanali per tre mesi consecutivi, inframezzati da interruzioni di durata equiparabile. In genere si propongono questi tipi di interventi fino alla 5° elementare o al massimo in prima media (se il ragazzo non è mai stato sottoposto a trattamento riabilitativo negli anni precedenti). Oltre questa età è più funzionale optare per altre tipologie di trattamento per due motivi:

La prima motivazione è che, a quest’età, i processi ormai hanno ormai quasi raggiunto il massimo livello di automatizzazione possibile, per cui non sarebbe possibile ottenere risultati significativi.
Il secondo motivo è che, con l’avanzare della scolarità, aumenta il carico del lavoro didattico da svolgere a casa, pertanto è maggiormente funzionale optare per un trattamento volto a sviluppare una metodologia di studio personalizzata, in base al profilo di funzionamento, in cui adottare gli ausili informatici compensativi che risultano più congeniali al ragazzo, qualora i trattamenti svolti negli anni precedenti non abbiano permesso il raggiungimento di livelli discreti di autonomia.

 

Personalmente ritengo che il ricorso in prima battuta allo strumento compensativo o dispensativo, nel caso della lettura, possa essere alquanto penalizzante e che vada a precludere numerose possibilità nello sviluppo delle competenze individuali. Con ciò non intendo negare l’estrema utilità degli strumenti compensativi, soprattutto con il progredire della scolarità e il conseguente aumento del carico di lavoro da svolgere o nei casi di compromissioni estremamente serie, ma ritengo che, se introdotti di default troppo precocemente, possano veramente precludere la possibilità di conseguire livelli maggiori di autonomia a livello di competenze individuali. Si deve inoltre aggiungere che, molto spesso, trattamenti volti al potenziamento del lessico e all'automatizzazione della lettura hanno una ricaduta indiretta sulla correttezza ortografica in scrittura.

Quando i genitori mi chiedono che tipo di testi proporre ai figli per incrementarne la motivazione alla lettura suggerisco di lasciare scegliere a loro, proponendo una gamma di opzioni che possano essere accattivanti, come i fumetti o libretti che trattano argomenti di loro interesse, affinché si sviluppi una passione per la lettura e non sia vista come mero esercizio fine a se stesso. Credo fermamente che sia impossibile appassionarsi alla lettura se questa attività viene svolta tramite una sintesi vocale o con una persona che si presta come lettore al posto del diretto interessato. Una delle maggiori soddisfazioni del nostro lavoro è proprio quando i genitori riferiscono che i figli, avendo raggiunto una velocità di lettura che è funzionale alla comprensione (se il numero di sillabe lette al secondo risulta inferiore a certi valori non è possibile accedere al significato di quanto si legge), hanno sviluppato un grande interesse per questa attività, cominciando a chiedere di acquistare libri o di recarsi nelle biblioteche pubbliche a prenderne in prestito.  Quando poi un ragazzo accede alla scuola media ed aumenta il carico di lavoro, o anche all’ultimo anno delle elementari, in caso di compromissioni gravi in cui la velocità di lettura sia insufficiente per sostenere lo studio, è fondamentale il ricorso agli audiolibri piuttosto che alle sintesi vocali o alle chiavette MP3, a seconda delle preferenze individuali. 

 

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