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Disgrafia: come riconoscerla e come intervenire

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La maggior parte delle consulenze che ci vengono richieste riguardano presunti disturbi degli apprendimenti (DSA) o del linguaggio. Un ambito altrettanto importante su cui voglio fornirvi qualche indicazione è quello della scrittura, e delle abilità grafo-motorie in generale, che spesso non vengono prese in considerazione. In genere, infatti, si tende a pensare che una brutta grafia sia dovuta ad eccessiva fretta e svogliatezza, e che una cattiva prensione (come viene impugnata la matita) in bambini piccoli si modificherà spontaneamente con la crescita.

 

In realtà si tratta di aspetti a cui va prestata molta attenzione, perché è importante intervenire il prima possibile, sia che costituisca un disturbo (disgrafia o deficit di coordinazione relativo alle abilità manuali), sia che si tratti semplicemente di una cattiva abitudine. 

Cerchiamo brevemente di chiarire un po’ il campo.

Innanzitutto va precisato che è difficile, se non quasi impossibile, trovare una disgrafia isolata. Solitamente si presenta all’interno di un quadro di disturbo di coordinazione motoria, che può riguardare il movimento in generale o interessare settorialmente le abilità manuali fini. Anche senza prestare eccessiva attenzione, è facile riconoscere i sintomi precoci di fragilità nella coordinazione manuale: fatica nell’apprendimento delle autonomie personali quali vestirsi, allacciarsi bottoni o scarpe, impugnare le posate e successivamente i pennarelli, scarsa propensione al disegno e alle costruzioni e difficoltà nell’utilizzo delle forbici.

La prevenzione di una futura disgrafia, in presenza di disturbi di coordinazione a carico delle abilità manuali fini, consiste nell’insegnare a scrivere ai bambini prima dell’ingresso alla scuola elementare, partendo dai pre-grafismi (serie di segni grafici astratti che, per essere realizzati, richiedono gli stessi atti motori delle varie lettere). In questa fase, oltre che impostare i corretti movimenti per realizzare i segni (direzione, spazio, dimensioni), è di fondamentale importanza correggere la postura generale che si assume nel momento in cui si scrive che, in questi bambini, spesso è molto disfunzionale (prensione, forza, movimenti del gomito e della spalla che devono accompagnare quelli del polso e della mano…). E’ importante pre-alfabetizzare i bambini per evitare che all’inizio della prima elementare l’impaccio a livello motorio interferisca, e quindi rallenti l’apprendimento delle regole ortografiche della lingua, fondamentale per poter scrivere le parole in modo corretto. La scrittura richiede il recupero delle lettere che servono per comporre le parole e la realizzazione tramite atti grafo-motori di quelle lettere. Per una persona adulta queste due fasi avvengono contemporaneamente e automaticamente mentre, per i bambini che si trovano alle prime fasi dell’apprendimento, è necessario scomporre la parola e auto-dettarsi ogni singola lettera, proprio perché non sono ancora alfabetizzati e già questo richiede tanta attenzione e concentrazione. Provate a pensare a quanto diventa complicato il compito se a tutto questo si aggiunge l’impaccio motorio! Dopo avere scritto poche parole il bambino disgrafico è già rimasto indietro rispetto ai compagni, ha esaurito le risorse (attenzione e concentrazione) e lamenta dolore o affaticamento alla mano.

Come detto precedentemente, non sempre un’impugnatura scorretta è riconducibile ad una futura disgrafia o ad un quadro di scarsa coordinazione a livello manuale. Tantissimi bambini, pur svolgendo agevolmente tutti gli altri compiti che richiedono l’utilizzo delle mani, quando cominciano a disegnare tendono ad impugnare male i pennarelli.

 

E' evidente che in questi casi si tratta semplicemente di una cattiva abitudine che potrebbe comunque consolidarsi e automatizzarsi se non viene corretta. Diversamente, non trattandosi di una fragilità costituzionale, intervenendo con i dovuti accorgimenti rientrerà in tempi brevissimi.  In genere, quando riscontriamo piccole fragilità nei nostri figli, tendiamo a prendere tempo pensando che le cose si sistemeranno spontaneamente con la crescita. In effetti per alcune questioni è proprio così, tuttavia, in un’ottica preventiva, sarebbe sempre opportuno richiedere una consulenza, perché spesso bastano veramente poche indicazioni e l’adozione di alcuni accorgimenti per evitare che una cosa da niente possa diventare un problema.

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