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DSA: sgombriamo il campo da pregiudizi

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"Mio figlio fa fatica a scuola. Le maestre mi hanno consigliato di sottoporlo ad una valutazione degli apprendimenti presso una psicologa privata, ma io non so se seguire o meno il loro consiglio... non vorrei che questo avesse una ricaduta sull'autostima del bambino... e poi perché mai uno psicologo, noi siamo una famiglia felice e mio figlio è molto sereno..."


Molti dei genitori con cui mi interfaccio quotidianamente, nel momento in cui si instaura un rapporto di fiducia, mi confidano di avere provato questo vissuto iniziale e di essere stati a lungo combattuti rispetto alla decisione da prendere. Spesso questi stessi genitori, che inizialmente erano molto restii, si sentono poi in colpa per non essere intervenuti prima perché si sono resi conto che i loro figli, essendo bambini intelligenti, erano assolutamente consapevoli di avere delle difficoltà e che in realtà era proprio questa consapevolezza a minare la loro autostima e a farli sentire inferiori rispetto ai compagni.

Avendo realizzato che, pur essendo intelligenti e brillanti, presentavano come tutte le persone alcuni punti di debolezza specifici e settoriali (DSA, Disturbi Specifici dell'Apprendimento), e, soprattutto, avendo trovato strumenti e metodologie alternative per riuscire ad essere più veloci ed autonomi nello svolgimento dei compiti scolastici, questi bambini hanno imparato a convivere serenamente con queste loro fragilità ed a superarle.

La fiducia in se stessi è il primo requisito per grandi realizzazioni
Samuel Johnson

Intervenire precocemente è importante proprio per poter dare ai nostri figli gli strumenti per fronteggiare le loro difficoltà, prima che queste possano avere una ricaduta negativa sui loro vissuti emotivi. 

Perché questo sia possibile è necessario che chi valuta il bambino in questione, al di la di riconoscere la presenza di un disturbo dell’apprendimento, sia in grado di delineare il profilo di funzionamento di quel bambino, in modo di individuare le strategie e gli strumenti che risultano più funzionali. L’etichetta diagnostica in se non fornisce alcuna indicazione alla famiglia, ne tantomeno alla scuola, rispetto a cosa si debba fare praticamente. Questo è il motivo perché, sia all’interno dei servizi pubblici, sia privatamente, la figura che si occupa delle valutazioni dei disturbi di apprendimento è lo psicologo, inteso non in senso classico, bensì lo psicologo specializzato in neuropsicologia, quella branca della psicologia che studia l’ambito neurofunzionale.

I genitori vengono indirizzati allo psicologo non perché si ritiene che i problemi scolastici siano secondari a difficoltà relazionali all’interno della famiglia, quanto piuttosto perché è necessaria una figura che, oltre a somministrare test diagnostici, sia in grado di delineare un profilo di funzionamento su cui impostare l’eventuale piano di trattamento riabilitativo, e in base a questo individuare strategie e misure dispensative e compensative da attuare, in ambito didattico e in contesto extra-scolastico, al fine di ottimizzare le risorse e tutelare il benessere psicologico dei ragazzi e delle loro famiglie.

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