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La plusdotazione è una caratteristica innata, indipendente dall’ambiente, dal contesto socio-culturale di appartenenza e dalla stimolazione ricevuta. Il soggetto plusdotato è molto intuitivo, non necessita di istruzione o chiarimenti, trova da solo le soluzioni alle situazioni di problem solving che si presentano nella quotidianità.

La plusdotazione è una caratteristica innata, indipendente dall’ambiente, dal contesto socio-culturale di appartenenza e dalla stimolazione ricevuta. Il soggetto plusdotato è molto intuitivo, non necessita di istruzione o chiarimenti, trova da solo le soluzioni alle situazioni di problem solving che si presentano nella quotidianità.

E' fondamentale fare una valutazione del livello di competenza in modo che il trattamento sia specifico per il bambino con cui si deve lavorare. Come il sarto realizza un abito su misura in modo che possa adattarsi perfettamente alla conformazione del cliente, il terapista deve programmare un trattamento specifico per ogni singolo bambino con cui deve lavorare. E’ impensabile proporre un trattamento generico per tutti i bambini con difficoltà perché questo comporterebbe uno spreco di tempo e, cosa più grave, un incremento in termini di frustrazione e senso di inadeguatezza nei nostri pazienti.

 

Per un genitore i quesiti non finiscono mai… Una volta che si è deciso di procedere con un trattamento riabilitativo si pone il problema di definirne una frequenza ed una durata che possano dare dei risultati significativi e che, al contempo, siano compatibili con l’organizzazione famigliare. In linea di massima è possibile affermare che qualsiasi tipo di trattamento sortisce degli effetti a livello qualitativo ma, in ambito riabilitativo, perché un percorso possa essere ritenuto efficace è necessario che gli esiti siano clinicamente significativi (ossia che siano superiori a quelli che si sarebbero ottenuti tramite l’evoluzione spontanea) e generalizzabili.

Un trattamento riabilitativo implica costi e sacrifici notevoli sia per il bambino che per tutta la famiglia.

L’unica certezza in questo momento di estrema precarietà è che il corona virus e tutto quello che ha comportato, ha provocato un cambiamento radicale del nostro stile di vita impattando significativamente sulle nostre esistenze, sia a livello emotivo sia sul piano pratico-organizzativo. Se questo è un riscontro oggettivo per noi adulti, l’impatto del covid 19 sull’esistenza dei nostri ragazzi è stato ancora maggiore, nonostante le rassicurazioni e le accortezze che tutti noi genitori abbiamo tentato di attuare per proteggerli. I nostri figli, indipendentemente dall’età, sono disorientati perché hanno perso tutti i loro punti di riferimento e sono privi delle conoscenze necessarie per filtrare le informazioni che quotidianamente ci bombardano più o meno direttamente.

 

Anche se forse sembrerà difficile da credere, la parte più gratificante del mio lavoro non è rappresentata dai passaparola tra genitori ed insegnanti soddisfatti dei percorsi realizzati o dalla stima mostrata dalle persone anche se, senza alcun dubbio, sono cose che danno molta soddisfazione e forniscono conferme positive per l’autostima di cui tutti abbiamo bisogno.

L’aspetto più motivante della mia professione è vedere che i miei pazienti ricominciano a credere in sé stessi, e tornano ad investire sulle loro potenzialità, avendo trovato strategie funzionali ad ottenere successo e gratificazione.

Spesso si utilizzano questi due termini come se fossero sinonimi, ma in realtà indicano due condizioni molto diverse tra di loro.

Quando si parla di “difficoltà” si intende una fragilità transitoria rispetto ad un apprendimento che solitamente rientra in tempi brevi, talvolta in maniera spontanea, o, in altri casi, si risolve tramite un breve ciclo di trattamento riabilitativo (che funge da “spinta”).

Un “disturbo”, al contrario, è una condizione presente per tutto l’arco di vita di una persona, che può essere compensata parzialmente tramite ripetuti cicli di trattamento, ma non sparisce mai del tutto.

La maggior parte delle consulenze che ci vengono richieste riguardano presunti disturbi degli apprendimenti (DSA) o del linguaggio. Un ambito altrettanto importante su cui voglio fornirvi qualche indicazione è quello della scrittura, e delle abilità grafo-motorie in generale, che spesso non vengono prese in considerazione. In genere, infatti, si tende a pensare che una brutta grafia sia dovuta ad eccessiva fretta e svogliatezza, e che una cattiva prensione (come viene impugnata la matita) in bambini piccoli si modificherà spontaneamente con la crescita.

 

 

E’ solo pigrizia…
Prima o poi parlerà…
Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…

Relativamente al linguaggio, i dubbi e le perplessità dei genitori sono anche maggiori rispetto alle difficoltà scolastiche… “Il mio bimbo non parla, parla poco, parla ma non si riesce a capire cosa dice...” che fare?

I genitori che arrivano in consulenza spesso sono confusi perché hanno ricevuto suggerimenti contrastanti... ”E’ solo pigrizia…”, “Prima o poi parlerà…”, “Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…”.

Conosciamoci... vi racconto brevemente il percorso che mi ha portata ad occuparmi di Neuropsicologia dello Sviluppo.

Io sono una Psicologa Psicoterapeuta di Parma specializzata in “Neuropsicologia dello Sviluppo”. Questa terminologia, che può impressionare i genitori e risultare piuttosto complessa, in realtà sta semplicemente ad indicare quella branca della psicologia che valuta l’evoluzione delle singole funzioni, siano esse il linguaggio, le abilità motorie, i disturbi dell’apprendimento, la qualità del pensiero logico o le funzioni trasversali (attenzione, memoria, pianificazione…) e che permette di intervenire sulle traiettorie di sviluppo naturali, con trattamenti mirati che vengono monitorati e modificati tramite verifiche periodiche.

Prima di entrare nel merito della mia professione, come mamma, vi vorrei raccontare la mia storia per farvi capire da dove nasce la passione per il mio lavoro e aiutarvi a considerare sotto una luce diversa la possibilità di un eventuale consulenza per i vostri figli.

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