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Dott.sa Michela Dallaromanina

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Si sente spesso parlare di strumenti compensativi e di misure dispensative da inserire nel PDP (Piano Didattico Individualizzato), in modo che possano essere poi adottati a scuola e nella quotidianità per favorire gli apprendimenti.

Strumenti Compensativi

Ma, rimanendo fermi nell’intenzione di sgombrare il campo da fraintendimenti, vediamo di definire dettagliatamente di cosa si tratta, poiché una persona “non addetta ai lavori” non è tenuta a sapere quali siano quelli maggiormente idonei per bambini e ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento.

Intuitivamente verrebbe da pensare che, come una qualsiasi visita medica, una valutazione degli apprendimenti possa essere effettuata nel corso di una singola seduta e in qualsiasi momento della giornata.


Andremo ora ad analizzare, nel dettaglio, i motivi per cui queste convinzioni siano entrambe errate.

Per effettuare una valutazione completa degli apprendimenti è necessario valutare le principali abilità scolastiche ossia la lettura, la scrittura e la matematica.

Perché vari tipi di prove per valutare una stessa abilità?

Ognuna di queste abilità viene analizzata sotto vari aspetti.

Se sta attento fa bene.
Quando legge pensa ad altro.
Se si concentra riesce a correggere gli errori quindi, se stesse più attento, non ne farebbe.

Queste sono le frasi più ricorrenti riferite dai genitori nei colloqui iniziali, frasi che tendono a sottostimare il problema reale. Queste frasi riconducono le difficoltà scolastiche a scarso investimento, perché i genitori trovano altrimenti inspiegabile il fatto che i figli riescano ad apprendere senza alcuna difficoltà concetti molto complessi (però letti o spiegati da altri) e poi cadano in compiti banali, come la lettura e la scrittura o la memorizzazione delle tabelline.

 

"Mio figlio fa fatica a scuola. Le maestre mi hanno consigliato di sottoporlo ad una valutazione degli apprendimenti presso una psicologa privata, ma io non so se seguire o meno il loro consiglio... non vorrei che questo avesse una ricaduta sull'autostima del bambino... e poi perché mai uno psicologo, noi siamo una famiglia felice e mio figlio è molto sereno..."


Molti dei genitori con cui mi interfaccio quotidianamente, nel momento in cui si instaura un rapporto di fiducia, mi confidano di avere provato questo vissuto iniziale e di essere stati a lungo combattuti rispetto alla decisione da prendere. Spesso questi stessi genitori, che inizialmente erano molto restii, si sentono poi in colpa per non essere intervenuti prima perché si sono resi conto che i loro figli, essendo bambini intelligenti, erano assolutamente consapevoli di avere delle difficoltà e che in realtà era proprio questa consapevolezza a minare la loro autostima e a farli sentire inferiori rispetto ai compagni.

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