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Dott.sa Michela Dallaromanina

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L’unica certezza in questo momento di estrema precarietà è che il corona virus e tutto quello che ha comportato, ha provocato un cambiamento radicale del nostro stile di vita impattando significativamente sulle nostre esistenze, sia a livello emotivo sia sul piano pratico-organizzativo. Se questo è un riscontro oggettivo per noi adulti, l’impatto del covid 19 sull’esistenza dei nostri ragazzi è stato ancora maggiore, nonostante le rassicurazioni e le accortezze che tutti noi genitori abbiamo tentato di attuare per proteggerli. I nostri figli, indipendentemente dall’età, sono disorientati perché hanno perso tutti i loro punti di riferimento e sono privi delle conoscenze necessarie per filtrare le informazioni che quotidianamente ci bombardano più o meno direttamente.

 

Anche se forse sembrerà difficile da credere, la parte più gratificante del mio lavoro non è rappresentata dai passaparola tra genitori ed insegnanti soddisfatti dei percorsi realizzati o dalla stima mostrata dalle persone anche se, senza alcun dubbio, sono cose che danno molta soddisfazione e forniscono conferme positive per l’autostima di cui tutti abbiamo bisogno.

L’aspetto più motivante della mia professione è vedere che i miei pazienti ricominciano a credere in sé stessi, e tornano ad investire sulle loro potenzialità, avendo trovato strategie funzionali ad ottenere successo e gratificazione.

Spesso si utilizzano questi due termini come se fossero sinonimi, ma in realtà indicano due condizioni molto diverse tra di loro.

Quando si parla di “difficoltà” si intende una fragilità transitoria rispetto ad un apprendimento che solitamente rientra in tempi brevi, talvolta in maniera spontanea, o, in altri casi, si risolve tramite un breve ciclo di trattamento riabilitativo (che funge da “spinta”).

Un “disturbo”, al contrario, è una condizione presente per tutto l’arco di vita di una persona, che può essere compensata parzialmente tramite ripetuti cicli di trattamento, ma non sparisce mai del tutto.

La maggior parte delle consulenze che ci vengono richieste riguardano presunti disturbi degli apprendimenti (DSA) o del linguaggio. Un ambito altrettanto importante su cui voglio fornirvi qualche indicazione è quello della scrittura, e delle abilità grafo-motorie in generale, che spesso non vengono prese in considerazione. In genere, infatti, si tende a pensare che una brutta grafia sia dovuta ad eccessiva fretta e svogliatezza, e che una cattiva prensione (come viene impugnata la matita) in bambini piccoli si modificherà spontaneamente con la crescita.

 

 

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