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Neuropsicologia - Il linguaggio

 IL LINGUAGGIO

 

Nello sviluppo linguistico vari aspetti rivestono un ruolo importante:

  • Comunicazione pre-intenzionale
  • Attenzione condivisa
  • Comunicazione intenzionale

 

Molteplici fattori permettono di “predire” e monitorare lo sviluppo del linguaggio del bambino. Le prime produzioni linguistiche dei bambini vengono definite di “Babbling” (ripetizione di consonante abbinata a vocale es: “BA, BA"... ”TA”,”TA”...).

 

Il Babbling à l'età media di esordio generalmente è compresa tra i 6/9 mesi con un picco intorno ai 10/12 mesi ed un'ampia variabilità inter-individuale.

Indici di rischio:

  • ritardo di esordio (che dovrebbe avvenire entro 12 mesi);
  • ridotta frequenza;
  • ridotta e non progressiva varietà fonetica (ossia varietà dei suoni prodotti).

 

Le prime parole (intese come stringhe di suoni che iniziano ad evocare significati nella mente dell'adulto) solitamente compaiono tra gli 11/13 mesi (con un range compreso tra i 12/20 mesi)

 

Generalmente all'età di 24 mesi i bambini producono una media di 140 parole (range 50/600) tenendo presente che nel campione vanno inclusi anche tutti i suoni onomatopeici e, come detto precedentemente, tutte le stringhe di suoni che vengono costantemente prodotte del bambino per indicare o richiedere un oggetto, una persona, un animale , uno stato...

Nel caso in cui si voglia provare a quantificare lo sviluppo linguistico di un bambino, è consigliato procedere stilandone un elenco scritto perché molto spesso i genitori, "ad orecchio," tendono a sottostimare notevolmente le produzioni dei propri bambini e rimangono piacevolmente stupiti di quanto ampio in realtà sia il vocabolario del proprio piccolo nel momento in cui iniziano a compilare una lista. A tal proposito sono stati creati dei questionari appositi che forniscono stimoli ed esempi che possono fungere da modello per i genitori per provare a delineare l'inventario delle produzioni dei bambini.

 

Nelle prime fasi di sviluppo il repertorio comunicativo del bambino non consiste solo di parole ma anche di gesti che costituiscono un importante segnale di intenzionalità comunicativa:

  • 12 mesi à gesti > parole;
  • 16 mesi à gesti = parole;
  • 20 mesi à parole > gesti.

 

Come detto precedentemente, esistono grandi differenze interindividuali e ogni bambino presenta un suo ritmo di sviluppo, tuttavia, se si ha il sospetto che il proprio figlio possa presentare un’evoluzione linguistica ritardata o atipica, è consigliabile rivolgersi ad un esperto che, in contesti assolutamente ecologici e graditi ai bambini, vi permetta di monitorarne in maniera più puntuale possibile lo sviluppo linguistico.

La prassi utilizzata è infatti quella di effettuare delle registrazioni di interazione tra il bambino e la madre in situazione di gioco spontaneo con materiali strutturati e familiari per i bambini (tipo fattoria con animali, set di accudimento per le bambole, macchinine, telefono...) in modo da favorire l’evocazione di suoni in condizioni ecologiche e totalmente neutre per i piccoli per poi procedere con la trascrizione puntuale delle produzioni.

Questa procedura permette di delineare l’inventario dei suoni del bambino in una determinata fase per poi andare a verificare, dopo qualche mese, se si è verificata un’evoluzione.
Molto spesso, a fronte delle preoccupazioni di un genitore, viene data l’indicazione di “non preoccuparsi perché il bambino parlerà”. In realtà questo è possibile poiché, in alcuni bambini, si verifica quella che viene definita “un’esplosione tardiva del vocabolario” che si risolve con la totale normalizzazione della funzione linguistica ma è altrettanto vero che esistono anche bambini che presentano quelli che in clinica vengono definiti “Disturbi del Linguaggio” che si manifestano in bambini asintomatici per quanto riguarda tutti gli altri ambiti di sviluppo.

Per questo motivo, se ci si accorge che lo sviluppo linguistico di un bambino si discosta in maniera significativa da quello dei coetanei, sarebbe opportuno procedere con prelievi di linguaggio spontaneo che consentano, non solo di vedere se si è in presenza di un ritardo di sviluppo linguistico, ma, soprattutto, di verificare se comunque si sta realizzando un’evoluzione e se questo sviluppo si sta realizzando in maniera tipica o atipica.

Alcuni suoni compaiono in epoche più precoci mentre altri sono presenti in epoche successive e, tramite i prelievi di linguaggio spontaneo, è possibile verificare se le produzioni del bambino si discostano da quelle dei coetanei solo temporalmente o anche qualitativamente.
Tutto ciò è fondamentale ai fini prognostici ma soprattutto per definire l’eventuale necessità di un trattamento di logopedia che sarà maggiormente efficace tanto più sarà tempestivo e permetterà al bambino di usufruire dello strumento linguistico che è fondamentale per rapportarsi con “gli altri” e con il mondo.

 

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